Ebbene si, il mio quinto mesiversario in Finlandia è arrivato e passato.
Dicevano che dopo i 5 mesi sarebbe arrivato il periodo più bello e io sinceramente non ci credevo.
Mi chiedevo: cosa può cambiare da qui a due settimane o un mese? Come può succedere che i rapporti con gli altri migliorino improvvisamente, così come la mia comprensione del finlandese (e dei finlandesi 😛 ).
Eppure quello che è successo mi ha fatto comprendere quanto i cambiamenti possano essere improvvisi.
Non voglio parlare troppo presto, ma mi sento finalmente serena.
Non che prima ci fosse qualcosa che realmente non andasse, ma i momenti tristi erano più frequenti e persisteva la sensazione di essere un po’ “fuori dal mondo” o ignorata o non completamente parte della Finlandia.
E’ incredibile svegliarsi un giorno e accorgersi di capire praticamente tutto quello che la gente dice, è incredibile notare che da un momento all’altro cominci a parlare più finlandese, a fregartene se sbagli metà delle “word- endings”.
La realtà è che quando arrivano questi momenti devi coglierli al volo, buttarti.
Perché ogni giorno ci vuole coraggio, per dire a qualcuno che ti sta parlando in inglese “sä voit puhua suomeksi” (puoi parlare in finlandese). Perché da quel momento in poi sei consapevole che dovrai metterti in gioco e abbandonare la comodità dell’inglese, sai che farai circa 15 errori in una frase e probabilmente non capirai 1/3 delle parole, ma è l’unico modo per imparare.
Non c’è sensazione migliore che vedere le facce delle persone quando parlo in finlandese, ci sono quelle che sorridono, quelle che mi guardano sorprese e quelle che sono a dir proprio scioccate.
Per fare alcuni esempi, quando ho parlato finlandese davanti agli amici di Justiina hanno smesso di fare quello che stavano facendo e mi hanno guardato scioccatissimi, per poi farmi i complimenti.
Oggi ero in palestra, entra una donna mai vista e mi chiede se ho imparato il finlandese. Al che io ero tipo “Si , un po’…” e dentro di me mi chiedevo chi diavolo fosse e come mi conoscesse.
Ma si sa che Puolanka è piccola e probabilmente tutti sanno dell’esistenza di noi exchange.
Fatto sta che abbiamo cominciato a chiacchierare in finlandese e lo stupore nei suoi occhi mi ha reso felice per tutta la giornata.
Il finlandese è una lingua difficile e non c’è giorno in cui penso a quanto sarebbe stato facile se fossi andata in un paese in cui parlano inglese, spagnolo o tedesco.
Ma il sorriso che compare sul viso di un finlandese quando gli parli nella sua lingua, ti ripaga di tutti gli sforzi fatti.
Per la prima volta nella mia vita sono davvero orgogliosa di me, perché ho ottenuto tutto ciò in poco più di 5 mesi e ho fatto tutto da sola. Senza la mia famiglia, i miei amici, la mia lingua, la mia casa, la mia Italia.
Per quanto riguarda la famiglia sento di aver preso completamente i loro ritmi e mi sento davvero a casa.
E’ bello tornare dal tuo viaggio a Copenaghen, abbracciare Nea-Veera e Justiina e raccontare tutto del viaggio.
E’ bello sapere di essere mancata a qualcuno, è bello sentirsi esattamente come se fossi sempre stata qui e come se fossi la loro “vera sorella”.
Non sono ancora arrivata al punto in cui dico “vorrei rimanere sempre qui” e forse non ci arriverò mai.
Perché ho ben presente che questo dovrà finire e sento la mancanza dell’Italia perché dopotutto le appartengo.
Ma sono sicuramente arrivata al punto in cui penso che lasciare la Finlandia sarà la cosa più difficile che abbia mai fatto, perché nonostante mi abbia fatto dannare e soffrire, mi ha aiutato a ritrovare me stessa, la voglia di fare, l’autostima, la serenità.
Sarà sempre la mia seconda casa e sono certa che il legame che ho creato con questo paese non mi abbandonerà mai.
Non posso negare che è arrivato anche il momento in cui ho paura di ritornare; ho paura che tutto sia cambiato, ho paura che le persone non siano più le stesse, ho paura di dovermi riabituare a tutto e soprattutto ho paura di scoprire come la “nuova me” reagirà alla sua vecchia vita.
Perché sono consapevole di essere cambiata, non ho più paura di dire la mia e ho capito quali sono davvero le persone con cui vale la pena stare. Non ho intenzione di circondarmi di persone che vogliono cambiarmi, che mi guardano dall’alto al basso, che mi giudicano. Sono felice di quello che sono e se le persone lo apprezzano bene, altrimenti non mi fa né caldo né freddo “eliminarle” dalla mia vita.
Comunque, passiamo agli aggiornamenti.
Grazie al cielo le festività natalizie sono passate senza troppe crisi di nostalgia e il capodanno, seppur non sia stato un granché, non è stato neanche così male.
L’ho passato a casa di Laura e poi siamo andate a vedere i fuochi d’artificio, niente di che ma ci siamo divertite!
Ecco un po’ di foto.
Io nel mezzo della bufera di neve :3Io, Laura e Katri.
Dato che non è successo nient’altro di interessante (ovvero non mi ricordo) salto subito al viaggio a Copenaghen.
Probabilmente sono stati alcuni dei giorni più belli da quando sono qui.
Stare insieme agli altri exchange students è sempre emozionante, nonostante ci conoscessimo solo da poche ore, non parlassimo la stessa lingua e provenissimo da culture completamente diverse riuscivamo a capirci alla perfezione, condividevamo le stesse paure, speranze, aspettative, delusioni e gioie.
Il primo giorno due ragazze danesi che erano state a loro volta exchange students ci hanno portato in giro per la città.
Erano simpaticissime e parlavano un sacco, dopo essere stata per 5 mesi in terra finnica non ero più abituata.
Questa è una delle foto di gruppo che ci hanno fatto mentre eravamo in giro e le ragazze erano le mie fantastiche compagne di stanza (più il ragazzo australiano che spunta da dietro).
Da sinistra c’è Charlotte. dal Canada (Quebec o si arrabbia), Joyce, Io, Lola dalla Germania, Jenna dall’Australia e Eva dall’ Austria.
Mentre facevamo il giro della città le ragazze ci hanno anche raccontato molte curiosità sulla Danimarca e Copenaghen, ad esempio:
Sapevate che la bandiera della Danimarca è la più antica al mondo? E che il lego è stato inventato lì?
E ora la mia vita ha un senso, so il significato di “LEGO”, che è l’unione di due parole danesi (che non ricordo), ma vuol dire “gioca bene”.
Tra l’altro il lego a Copenaghen è un po’ come Angry Birds in Finlandia. OVUNQUE.
La mattina del secondo giorno abbiamo avuto un orientation su cosa significa essere un exchange student, regole, emozioni e solite cose. E’ stato bello sapere di non essere l’unica a provare certe cose, è stato bello sapere di essere in una stanza piena di ragazzi che capiscono perfettamente quanto sia difficile certe volte.
Ci siamo soprattutto trovati d’accordo parlando della scuola e degli amici; certe volte vorresti solo che qualcuno faccia il primo passo, che ti saluti la mattina e ti chieda come va, ti dia un abbraccio, ti chieda di uscire.
Ma la maggior parte delle volte sei tu a dover fare il primo passo e dopo un po’ è davvero stancante.
Dopodiché siamo andati a pranzo e divisi in gruppi abbiamo dovuto svolgere dei “compiti”, ad esempio fare delle foto davanti a monumenti, chiedere informazioni agli abitanti della città riguardo ad edifici, personaggi e persino sui danesi o su di loro.
E’ stato davvero stancante perché abbiamo dovuto fare un sacco di cose in poco tempo, ma tra le persone che scappavano quando cercavamo di chiedere una foto, le guardie che si allarmavano perché gli eravamo andate troppo vicino per fare la foto ci siamo divertite un sacco.
Qua dovevamo scrivere “CPH” con i nostri corpi. Si, siamo consapevoli che non sembra ahah.
Fare foto con più biciclette possibili (Sono ovunque!)
Noi e la guardia! (Dopo aver aspettato per 10 minuti che smettesse di marciare).
Tra l’altro il nostro gruppo ha vinto e abbiamo ricevuto come regalo dei souvenir della Danimarca (Io ho preso una matita gigante con scritto ” I love Denmark”. Yuppiii.
Il terzo giorno abbiamo visitato Christiania, un quartiere indipendente di Copenaghen abitato da 850 persone.
E’ stato interessantissimo conoscere la storia raccontata da un abitante del luogo, che poi ci ha portato a fare un tour.
E’ stato abbastanza scioccante vedere la strada in cui vendono hashish e marijuana alle bancarelle (è illegale ma nessuno può fare niente perché si “autogovernano”), per non parlare della sorta di bagno all’aperto.
In pratica è una sorta di cabina di metallo per metà coperta; dopo esserci chiesti a cosa servisse abbiamo visto un ragazzo entrarci, tirarsi giù i pantaloni e fare la pipì in mezzo alla strada. Bello.
Tra l’altro tutta la gente può vederti la faccia, quindi magari mentre stai tranquillamente facendo i tuoi bisogni passa un tuo amico e cosa fai? Lo saluti e ci fai una chiacchierata? :’)
Joyce e Charlotte a Christiania, dato che non è parte della UE quando esci c’è questo cartello 😀
Purtroppo il giorno dopo siamo tornati nei nostri paesi ospitanti ed è stato davvero brutto lasciare tutti.
Però all’aeroporto di Helsinki io e joyce ci siamo divertite un sacco con altri tre ragazzi (tedesco, taiwanese e giapponese). Anche loro sono in Finlandia ma al sud e poiché avevamo circa 5 ore di attesa abbiamo cazzeggiato e parlato tanto.
Tra l’altro per stare con noi hanno quasi perso l’aereo ahahah
Comunque questo viaggio mi ha riempito di carica positiva e sono pronta ad affrontare quello che mi resta della mia esperienza con lo spirito migliore che esista!
Per quanto riguarda le altre novità ho finalmente avuto il vestito per il ballo, me lo presterà una ragazza del terzo anno, è viola e io non amo particolarmente questo colore, ma devo dire che mi garba molto!
Appena farò una foto la posto!
Il mio partner ha come al solito il suo sorriso inquietante, SEMPRE. Ma mercoledì non c’era e io ho ballato con Jere, dato che anche la ragazza che fa coppia con lui era assente. Mi sono divertita un sacco perché è molto più simpatico (e carino 😛 ) e soprattutto non timido! Alleluia.
Ma non fatevi strane idee, penso solo che potremmo diventare amici 🙂
Lo so che non sto aggiornando molto in questo periodo, è che ormai sono entrata del tutto nella mia vita finlandese e non è più così “nuovo ed eccitante”, ma ovviamente continuerò ad aggiornare il blog con pensieri, riflessioni e racconti delle occasioni speciali.
Magari non più così spesso come i primi mesi.
Alla prossima, heippa!